Cos'è successo nell'ultimo decennio? I miei anni zero

Oggi è l'ultimo giorno degli anni zero, di questo decennio interessante che è iniziato con la paura del Millenium Bug e visioni di un futuro alla Strange Days (o alla Matrix) e che si conclude con l'anno della Crisi con la C non maiuscola, di più (ricordiamo anche che questo decennio è iniziato con la lira ed è finito con l'Euro).
Ma non voglio parlare della situazione mondiale e di come stia degenerando rapidamente il mondo giorno dopo giorno. Vorrei soffermarmi un pochino a dare un'occhiata ai miei 10 anni.
Intanto, ho un vuoto assoluto... ma cosa ho fatto io per il capodanno del 2000? Mah... non c'è dubbio che me lo ricordi. Mi ricordo che il cellulare costava ancora un botto, internet andava con la manovella, la musica si scaricava da Napster (aggratis) e poi da WinMX, Emule non esisteva ancora, figuriamoci BitTorrent e doveva ancora uscire Windows XP (che ci ha salvato tutti dal temibile Windows 2000). YouTube per altri cinque anni non sarebbe ancora arrivato a inondarci di video, i Blog in cui scrivere quante volte andiamo in bagno al giorno (e come va ogni singola sessione) non esistevano neanche nelle nostre fantasie più audaci, figuriamoci MySpace, Facebook, Twitter o il malefico MSN Messanger. Diciamo che nel mondo della rete, l'anno della Grande Svolta è stato il 2005. E pensare che non dico 10 anni fa, ma al massimo 5, la mia vita procedeva allegramente lo stesso anche senza internet, mi fa strano. Comunque, non voglio parlare nemmeno della rivoluzione tecnologica e dell'esplosione dei social network (anche se l'altra sera guardando un documentario su Sky sull'avvento di internet, mi sono ricordata che all'inizio si navigava con Netscape Navigator. Ma ve lo ricordate??? Oddio, quanto tempo...).
E non parliamo neanche degli anni zero dal punto di vista di musica e cinema (e ce ne sarebbe da dire, eehhh), perchè potrei andare avanti per giorni e giorni a sproloquiare ma non ho le competenze per farlo.
Parliamo dei miei personali anni 00. Cosa ho fatto di bello? Com'è cambiata la mia vita dai 23 ai 33? (che già detto così è orrendo... sono invecchiata. Punto, fine del post -.-)
Intanto, nel 2000 ho smesso di lavorare come cameriera. Non sembrerà un granchè, ma per me è stata una specie di svolta epocale, avendo iniziato nel giugno del 1993 a farlo e continuando ininterrottamente fino all'ottobre del 1999 (lavoravo in un ristorante al mare. D'estate facevo la stagione, d'inverno lavoravo nei fine settimana. Il resto dell'anno studiavo. E a chi mi chiede perchè in quegli anni non sono mai stata ad un concerto o all'estero o a fare una qualsiasi esperienza di vita, posso rispondere in tutta sincerità: non avevo nè soldi, nè tempo. Ma nelle ore libere che avevo, mi sono divertita un casino, grazie). Non dover più fare avanti e indietro dal mare tra il venerdì sera e il lunedì mattina e non avere più tutti i sabati e le domeniche e i festivi impegnati è stata una gran bella cosa.
Mi ero già trasferita a Bologna e già convivevo con il mio (attuale) moroso da quasi due anni, quindi in questo niente di nuovo. Ho trovato lavoro nel simpatico mondo dei call center, quando la Vodafone era ancora la Omnitel e lavorare da loro era un incubo perchè non funzionava niente. E infatti me ne sono scappata alla Tim, dove allora si stava ancora molto bene. I sabati, le domeniche e le feste non erano più tutti ipotecati come quando lavoravo al mare, ma quasi (una volta al mese, un weekend più o meno libero ci scappava, ma si era già interinali, per cui la schiavitù stava affinando le sue tecniche).
Nel frattempo, il mio moroso si è laureato, e i nostri comuni amici hanno pensato di regalarci un viaggio a Parigi (3 giorni, dei quali uno a EuroDisney). Era la prima volta nella mia vita che mettevo il naso fuori dall'Italia, ed è stato bellissimo, anche se di quel viaggio ricordo tanto freddo (era novembre), tanta pioggia (non ha mai smesso) e quasi nessun soldo da spendere, tanto che comprare da mangiare è stata sempre una scelta ardua, anche se l'ultima sera ci siamo regalati una cena speciale in un localino a Montmartre (mi ricordo ancora che al momento del conto abbiamo pianto, anche se avevamo preso solo del pollo con insalata e due birre medie) con il piano bar. Però che bella Parigi. Il nostro albergo era proprio sotto Montmartre, per cui tutte le sere prima di andare a dormire salivamo le scalinate e andavamo a guardare il panorama della città illuminata, con la Torre Eiffel ancora addobbata dopo il capodanno del 2000. E che delusione EuroDisney. Ok, era novembre e pioveva, ma Gardaland o Mirabilandia sono 10 volte meglio, a parer mio.
Vabbè, questo il mio primo viaggio all'estero. Niente foto digitali, all'epoca usavo le macchinette usa e getta. E poi, tanto, ho cambiato tanti di quei pc in questi 10 anni che non saprei neanche dove andarle a cercare, se pure le avessi.
L'anno dopo (aprile 2001) ho trovato il mio primo lavoro in ufficio. Lunedì-Venerdì, dall'una alle 6 del pomeriggio, segretaria per una associata IBM. Lì ho iniziato ad approfondire un pochino l'universo informatico, uno dei capi mi stava anche insegnando dei linguaggi di programmazione per farmi passare "dall'altra parte" (ne ero entusiasta), poi l'azienda è stata assorbita e i tagli al personale hanno fatto sì che quelli con contratto a tempo determinato fossero i primi ad essere lasciati a casa (aprile 2002). Già usavo Ebay, ricordo, perchè è così che sono venuta in possesso dei primi due album dei Muse. Su Ebay avevo trovato un tizio toscano che vendeva i cd mp3 con le discografie intere di chiunque. Mi ricordo che un cd con discografia "importante" costava 25.000 lire. Il tizio aveva addirittura un catalogo, che mandava aggiornato via mail (chissà se prima o poi l'hanno arrestato XD) (magari ho ancora il file da qualche parte, dopo vado a vedere - ok, sono andata a vedere, non ho trovato il catalogo ma ho trovato il file che avevo fatto con il conto dei soldi dell'ordine XD). Mi sono fatta delle discografie da panico a un prezzo che adesso suonerebbe come assurdo, dato che chiunque può ottenere lo stesso gratis dalla rete, ma allora era convenientissimo, perchè non si scaricava da internet come adesso, e una discografia intera dei Deep Purple o dei Led Zeppelin (per dirne due tra quelle che avevo ordinato). La cosa bella è che poi baravo. Dato che facevo gli ordini e il pacco arrivava a casa mia, prima di tornare in ufficio a consegnare i cd ai legittimi proprietari, me ne facevo una copia. E' così che sono venuta in possesso di Showbiz e Origin of Simmetry, due degli album più importanti tra quelli che hanno fatto da colonna sonora di questo mio decennio (nota di cronaca: dato che i Muse avevano una discografia di soli due album, il prezzo in catalogo era 10.000 lire). Il collega che li aveva ordinati, aveva preso anche Morrisey e Morricone. A 8 anni e passa di distanza, ha ancora la mia stima :) (peccato aver perso i contatti). Il cd di mp3 datato novembre 2001 è ancora gelusamente custodito nella mia collezione, e ha un valore sentimentale pari e forse superiore agli altri CD originali ^^
Comunque, l'estate del 2002 mi sono ritrovata a spasso, ma poco male perchè ero in dirittura di arrivo con gli esami e stavo lavorando alla tesi, per cui mi sono presa una decina di mesi per dedicarmi esclusivamente allo studio. La mia tesi è stata sugli adolescenti e la devianza nelle zone della provincia di Rovigo (sono laureata in psicologia. Vecchio ordinamento, grazie), mi era stata commissionata da un comune e sarebbe dovuta servire ad elaborare un piano di azione per la progettazione di attività sociali per i giovani. E' stato un bel progetto, avevo elaborato un questionario bello strutturato e mi sono battuta un pò di scuole medie della provincia sud di Rovigo (la zona interessata) per sottoporlo agli studenti (che mi chiamavano "professoressa" XD). Una volta ho imbucato anche una mia amica, l'ho fatta passare per la mia assistente X°D. Mi sono passata nottate intere a elaborare e interpretare i dati, ma alla fine è venuto un lavorino di cui sono ancora soddisfatta adesso. Cinque punti di tesi (e Dio solo sa se mi servivano, visto che mi hanno fatta uscire con 99 su 110. Lavorare mentre si studia non aiuta la media. Non che poi mi sia servito a nulla, ma vabbè, sò soddisfazioni -.-), complimenti della commissione e domande interessate dal pubblico (per le quali non avevo una risposta, ma ho fatto finta di averla e nessuno se n'è accorto XD). E festa post laurea con devastazione totale del mio moroso, che ho caricato in macchina e portato a casa sotto la neve. Ancora glielo rinfaccio (secondo il mio programma, dovevo essere io a perdere i sensi, e doveva essere lui a trascinarmi a casa, ma mi ha battuto sul tempo...)
Ad immortalare quella giornata, da qualche parte ci sono molte foto di vari gradi di devastazione. Ma la mia preferita è di certo questa ^^



(ora che l'ho ritrovata, mi sa che la carico anche sul miospaccio X°°D)
Comunque, una volta laureata, tocca decidere che fare del proprio futuro.
Mi sono laureata in psicologia, quindi mi sembra la scelta più logica e consequenziale, a fine 2003, aprire un negozio di decorazione e articoli da regalo (ho mai detto di preferire le scelte più ovvie?)
Il ragionamento alla base di tutto era: o adesso, o mai più. Era una cosa che volevo tentare, l'attività in proprio, e visto che non entrata fissa a cui rinunciare o una casa da mantenere (per tutto il decennio, abbiamo abitato con i genitori del mio moroso. Sono stata in nomination come Santa ogni singolo anno).
Così, è nata "La Bottega del Castello", attività che ho amato intensamente e che mi ha fatto faticare parecchio ma mi ha dato anche tante soddisfazioni. Era mia, tutta mia e solo mia. Non ci dormivo la notte e praticamente ci vivevo dentro (ricordo ancora le notti dell'8 dicembre passate a decorare il negozio per Natale, così da avere un "effetto sorpresa" all'apertura), ma è e rimarrà parte del mio cuore.
All'inzio, era in centro al paese dove abitavo (Castel San Pietro Terme). Una posizione che sembrava fica, invece era una colossale fregatura (lo testimonia il fatto che chiunque affitti quel locale non resiste per più di un anno. Attualmente è sfitto) al prezzo di 900 euro al mese (un furto). Eccolo:





Nel 2004 però è arrivata la botta di culo, e mi sono accaparrata un posto in un centro commerciale che stava sorgendo attorno ad una Coop in un paese poco distante (Ozzano Emilia). Pro: locale più ampio, affitto più basso (750 euro al mese) e buone prospettive di passaggio. Contro: non avevo la macchina (mi muovevo in autobus, ma non è che fosse proprio proprio vicina la fermata) e trovavo saggio fare l'orario continuato (ovviamente, è impensabile nei primi anni di vita di un negozio assumere qualcuno, e mia mamma, unico aiuto a cui potevo pensare, abita lontanissimo). E proprio l'orario continuato, più le aperture domenicali, più il fatto che di sera dopo la chiusura tenevo i corsi di decorazione, mi hanno indotto a vendere tutto nel luglio del 2005. Eccolo qui:


Zona articoli da regalo (principalmente, candele e saponi di artigiani ricercati con cura alle fiere):





Zona decorazione (specializzata in decoupage):







E infine l'albero di cartapesta che avevo fatto insieme a mia mamma, per esporre fate, folletti e quant'altro ^^:





Siccome non ce la facevo a stare dietro a tutto, a malincuore ho deciso di vendere il negozio e il suo contenuto a due sorelle mie clienti che se ne erano innamorate. Sono stata contenta alla fine di averlo fatto, perchè il 2 luglio del 2005, mentre il resto del mondo guardava il Live 8 per tv (me lo ricordo come se fosse ieri che c'era il live 8... strano come alcuni dettagli ti si fissino nella memoria), mio fratello è morto, e per un bel pò la mia ispirazione artistica se n'è andata allegramente a puttane, insieme alla voglia di fare conversazione. Non avere più un'attività commerciale da seguire a quel punto mi è sembrata una grande fortuna.
Non voglio parlare della morte di mio fratello, avrei anche saltato l'argomento se non fosse che non posso parlare del decennio appena trascorso evitando di menzionare l'avvenimento che l'ha più influenzato. Non dirò niente di più che: aveva 13 anni, si chiamava Francesco e ci adoravamo. Questa è la sua foto che preferisco (Halloween 2003, in treno per venire a passare un paio di giorni da me):



Dopo 2 mesi di lutto, a settembre ho pensato che era ora di rimettermi un attimo in pista, così dopo tre anni che non affrontavo il mondo del lavoro dipendente, mi sono iscritta ad un corso di 4 mesi di Tecnico Contabile. Direi che è andata bene, ho imparato la contabilità e le buste paga, ho scoperto che è un argomento che mi diverte molto, tanto che sono uscita come prima del corso, superando anche quelli che avevano già fatto contabilità a ragioneria o a economia (eeeh, sò soddisfazioni. Che di nuovo non mi sono servite a niente di niente, ma vabbè, non fa tutto curriculum? -.-).
Il corso (durante il quale ho fatto uno stage di due mesi, che è stato poi prorogato per altri due, nell'ufficio del personale dell'azienda peggiore del mondo, nella quale non sarei rimasta nemmeno se mi avessero firmato il contratto a tempo indeterminato all'istante) aveva tra le varie attività anche una "gita" alla sede di un'agenzia interinale, la Manpower (sede di Bologna).
Ci hanno fatto incontrare la responsabile delle selezioni, e dovevo in qualche modo aver fatto colpo, perchè qualche giorno dopo la stessa persona (Claudia) mi ha chiamata per chiedermi se fossi interessata a lavorare con loro. Ovvio che sì.
Così, nel maggio 2006 ho iniziato la mia esperienza alla Manpower. Ho iniziato come segretaria di direzione. La mia attività consisteva nel coordinare e soddisfare le esigenze delle 80 filiali del territorio, e nel fare da segretaria personale per la responsabile delle 4 regioni di competenza, una donna pazza e assurda che ho odiato e amato contemporaneamente (che una volta mi ha chiamata alle 8 di sera - che già era indicativo di come andavano le cose, visto che il mio orario di lavoro finiva alle 6. Ma lei sapeva che tanto di sicuro ero ancora in ufficio - per chiedermi se aveva lasciato le sue mutande da qualche parte. No, perchè il giorno dopo aspettava dei dirigenti, e non voleva ritrovarsi con le sue mutande sulla scrivania, magari). Devo dire che quando voglio ho una discreta abilità nell'ingraziarmi le simpatie delle persone (anche se per me adesso l'ho persa), per cui siamo arrivate a rispettarci e, a modo nostro, a volerci bene. Perchè non lavoro più per lei, allora? Bè -a parte che è andata in pensione, ma questo è successo lo scorso anno- perchè mentre ero lì è uscito un bando per una selezione interna, ed era il lavoro della vita: tutor nei corsi di formazione. Avrei girato per mezza Italia, viaggiando in treno e dormendo in hotel. Se superavi la selezione (una persona per ogni regione), avevi il contratto a tempo indeterminato, il pc portatile, il cellulare e l'auto aziendale (una Focus). La mia capa mi ha dato il permesso di candidarmi, e sfiga vuole che abbia superato i colloqui e sia stata scelta per quel posto meraviglioso.
La mia capa, dopo aver cercato di convincermi a rimanere con lei, inizia a organizzarsi per sostituirmi nel più breve tempo possibile. Selezioniamo una ragazza (Paola) e inizio a formarla. Nel frattempo, vado a Milano 3 giorni per fare un corso di formazione in vista dell'inizio del nuovo lavoro, e poi... e poi più niente. Arriviamo a maggio che il contratto mi sta per scadere, la ragazza sta per essere assunta e io ancora non so quando inizierò il nuovo lavoro (che non inizierà mai, tanto per non lasciarvi la suspance).
Nel frattempo, sto compiendo un interessante viaggio interiore alla ricerca della radice della mia costante insoddisfazione. Mi rendo conto che da un bel pò di anni non so più chi sono, e cerco di ritrovarmi. Per farlo, mando affanculo tutti per cinque giorni, prendo l'aereo e vado a Londra. E' la prima volta che prendo l'aereo in vita mia, e se me lo avessero chiesto anche solo qualche mese prima non avrei mai ritenuto possibile di trovare il coraggio per fare questa esperienza da sola, ma l'ho fatto e ne sono orgogliosa. E' anche la mia prima esperienza all'estero da sola, ed è stata semplicemente fantastica. A parte che mi sono innamorata di Londra, camminando su e giù per le strade di una città enorme e straniera ho imparato in cinque giorni moltissime cose su di me che non ero sicura di sapere, e sono tornata con le idee molto più chiare su chi sono e cosa voglio. Ho capito che non mi sarei più posta limiti su quello che potevo o non potevo fare, e che avrei cercato di essere sempre me stessa, e non quello che pensavo si aspettassero gli altri da me. E che ero stufa di nascondermi nell'ombra sperando che nessuno mi notasse (perchè era così che avevo passato gli ultimi anni, dalla morte di mio fratello soprattutto). Anzi, se mi notavano, tanto meglio. Ero stufa di considerarmi troppo vecchia per fare certe cose o per indossarne altre (giuro, era così che la pensavo prima, e ci soffrivo perchè ero troppo vecchia, secondo me, per indossare cinture con le borchie e maglie dei gruppi. L'abbigliamento giusto per una della mia età, secondo il parere di mia madre, era serio e "da signorina". Anonimo e triste, per usare un sinonimo).
Così, ho ritirato fuori i miei cd di musica rock e alternative (che da almeno due anni non ascoltavo più in modo decente), e mi sono messa alla ricerca di musica nuova. Mi soffermo su queste cose perchè è stato il periodo del Grande Cambiamento per me, e questi ultimi due anni sono valsi una vita intera, per cui ci tengo a dilungarmi un pò. Tanto sono certa che nessuno sarà arrivato fino a qua a leggere ^^.
Mi imbatto nei My Chemical Romance grazie al video di Helena, ed è subito amore. Un amore talmente intenso e immediato che desidero porre rimedio ad un'altra cosa che non ho mai fatto e che mi precludevo in quanto pensavo di essere "ormai troppo vecchia per": andare ad un concerto rock. Nessuno dei miei amici andava ai concerti, per cui quando ho smesso di lavorare nel fine settimana, anche se ero ancora abbastanza giovane per cui sarebbe stato più che normale smazzarsi svariati concerti, non avendo nessuno che mi accompagnasse avevo semplicemente finito per non considerare questa possibilità. Se penso ai festival che c'erano all'epoca qui a Bologna (l'Indipendence Day e l'Heineken, tanto per dirne due a caso) mi mangio le mani fino ai polsi. Quant'ero scema. Comunque, non posso andare all'Heineken del 2007 (e visto quello che è successo, grazie a Dio!), anche se avessi trovato il biglietto non avrei potuto prendere le ferie, dato che lo stesso giorno veniva l'AD in visita, e dovevo organizzare tutto il suo soggiorno e servirlo e riverirlo per due giorni, e non sono potuta andare a vedere gli Artic Monkeys a Ferrara nè i Muse all'Arena di Verona, perchè in contemporanea avevamo prenotato una settimana in montagna (ricordiamo che non avevo nessuno che mi accompagnasse ai concerti, per cui ero titubante nello scegliere di andare per conto mio sconvolgendo altri piani. Anche se ci ho pensato), ma quando è uscita in agosto la notizia che i My Chemical Romance sarebbero tornati per una data a Milano il 3 novembre, non ci ho pensato sopra due volte e alle due di notte ho comprato i miei primi due biglietti per un concerto vero (uno per me e uno per il mio moroso, che quindici giorni prima aveva avuto l'idea di dire che se fossero venuti, li avrebbe visti volentieri. L'ho preso in parola).
Nel frattempo, stavo via via modificando anche il mio modo di vestire e di truccarmi. Niente più occhiali, sostituiti dalle lenti a contatto, niente più colori tristi, vestiti da signorina e trucco smorto. E in un attimo, la gente non mi dava più cinque anni di più, ma cinque di meno.
Il mio lavoro dei sogni, intanto, si era allontanato sempre di più all'orizzonte, trasformandosi via via in un miraggio. Così, dato che ero stata rimpiazzata dalla Paola (che, poveretta, non aveva colpa. Mi era stato anche proposto di farla silurare per riprendermi il mio posto, la mia capa me lo avrebbe ridato seduta stante, ma non mi sembrava giusto nei confronti della Paola, e poi volevo vedere cosa succedeva :) ), per non lasciarmi a piedi mi hanno infilato in una filiale, a fare le selezioni, le assunzioni, il commerciale e l'amministrativo. Insomma, il lavoro di una assistente di filiale in una agenzia interinale. Ero piuttosto vicina a casa, e questo era un bene. Il male era che il mio capo, l'unico che lavorava con me in filiale a Imola, si era dimesso diversi mesi prima per cercare un altro lavoro perchè non gli piaceva più quello per Manpower, e poi era tornato indietro dopo che l'altra esperienza era andata male. Ora, che spinta può avere uno che ha questa storia? Nessuna, dite? Infatti così fu. La filiale andava a scatafascio, io cercavo di imparare da sola un lavoro nuovo che nessuno mi stava insegnando a fare (il mio capo non c'era mai), e ogni giorno subivo mille pressioni perchè le cose andavano male e io non stavo facendo abbastanza. Anche se rimanevo tutte le sere fino a tardi, anche fino alle 11, e spesso andavo a lavorare anche di sabato o di domenica per cercare di rimettermi in pari con le scartoffie. Ma ero sempre indietro, il tempo non bastava, di certo io non ero portata per l'aspetto commerciale di quel lavoro e con il tempo iniziai ad odiarlo intensamente. Mi ci vollero solo due mesi per cominciare a piangere all'idea di andare a lavorare, e nel giro di 4 o 5 mesi non dormivo più la notte. L'abitudine di fare tutti i giorni una riunione di un'ora e mezza in cui mi veniva ripetuto che non facevo abbastanza non migliorò le cose.
Per fortuna, se la mia vita professionale stava andando a scatafascio, quella personale andava alla grande. Intanto, io e il moroso avevamo avuto la possibilità di vincere la graduatoria per una casa in convenzione con il comune. Ci sarebbero voluti due anni perchè fosse pronta, ma era esattamente come speravamo che fosse, e soprattutto ce la potevamo permettere. Finalmente, dopo dieci anni di vita di coppia, sapevamo che avremmo avuto una casa tutta nostra nel giro di non troppo tempo.
E oltre alla vita di coppia, anche la mia vita personale stava prendendo una nuova piega. Il concerto dei My Chem mi aveva aperto un mondo, nel vero senso della parola. E' stata un'esperienza bellissima, pazzesca. Al di là del concerto in sè, che è stato bello davvero, tutto il prima e il dopo mi hanno portato in contatto con una realtà che conoscevo solo da spettatrice esterna. Ho conosciuto delle persone interessanti che frequento ancora ora, ho chiacchierato di cose stupide ma interessantissime per tutto il giorno, ho riso un sacco e ho sperimentato la mia prima calca, ho lottato per la prima fila e sono stata trasportata in giro dal pogo, ho patito al freddo fuori dai cancelli nell'attesa che qualcuno uscisse dopo il concerto, e ho potuto scambiare una parola con il mio amato Frank Iero e portarmi a casa il mio primo autografo.
E quando dico che mi si è aperto un mondo, intendo letteralmente, visto che 14 giorni (16 novembre 2007) dopo ero al mio primo festival, al Taste of Chaos (c'ero andata per vedere i The Used, principalmente, ma sono tornata innamorata di Aiden e Rise Against), e ci sono andata con una ragazza conosciuta su internet e che non avevo mai incontrato prima di quella sera, per di più di almeno 5 anni più giovane, cosa che fino a qualche mese prima non avrei mai nemmeno preso in considerazione (mi vergognavo troppo) e chi mi conosce un pò sa come è andata a finire: lo scorso mese mi sono fatta 5 concerti. Il limite, adesso, è puramente economico. E non mi preoccupo più se chi viene con me è più o meno giovane, non mi vergogno più della mia età.
Ma i My Chem mi hanno portato anche a una nuova, preziosissima amicizia, e alla riscoperta del mio antico amore per la scrittura.
Grazie al forum dei MCR, infatti, ho avuto la fortuna di conoscere la Vale, che come tutti sapete ora è la mia platonica metà, la mia anima gemella, la mia migliore amica da ormai due anni, quella a cui penso quando ho qualcosa di scemo o divertente o saggio (bè) o ... da dire.
E' un altro di quei "sono troppo vecchia per" che ho superato felicemente. A 31 anni suonati, pensavo di essere ormai troppo vecchia e con un carattere troppo chiuso per poter avere una amica con cui fare le nottate in bianco a ridere commentando gli uomini per tv, mangiando patatine e bevendo birra. E' un'amicizia da sedicenni, non succede alla mia età, pensavo. E invece grazie a Dio mi sbagliavo. Perchè facciamo questo e molto di più da più di due anni, e spero non smetteremo mai (anzi, la aspetto a casa mia questa domenica per una sessione di due giorni).
E la Vale, che è una persona meravigliosa che ha tantissime cose stupende dentro di sè, nonchè un enorme talento, mi ha fatto tornare l'amore per una cosa che facevo da giovane e che avevo ormai accantonato in un cassetto del mio cuore, in attesa di un qualcuno con le chiavi per riaprirlo: la scrittura. Grazie ai suoi incoraggiamenti, ho ripreso in mano la penna e ho scritto, per la prima volta dopo anni, interi racconti e ho iniziato un romanzo nel quale credo molto e che se avessi più costanza avrei già finito, invece siccome di difetti ne ho tantissimi, è ancora lì che aspetta. Però ci credo, ed era una cosa che non facevo da molti anni prima di conoscerla, per cui non la ringrazierò mai abbastanza. Lei e la musica, le mie due fonti di ispirazione.
Il 2 febbraio 2008 ho spezzato anche un altro tabù. Dopo averlo desiderato per tutta la vita, rassegnata ancora una volta al fatto che ormai ero "troppo vecchia per", mi sono fatta il mio primo tatuaggio.
Una scritta sul polso che dice "believe", monito costante a ricordarmi che se vuoi una cosa, devi crederci e prendertela.

Ha un significato importantissimo per me, rappresenta tutto il processo di cambiamento degli ultimi due anni, e sono orgogliosa di averlo fatto. Ovviamente, come dopo il primo concerto ho scoperto che i concerti sono una droga, dopo il primo tatuaggio ho scoperto che anche i tatuaggi lo sono. Così, ne sono arrivati altri, e ne sto decidendo uno nuovo da fare non appena avrò i soldi (quindi mi sa che il 2010 è tagliato fuori).
La scoperta progressiva del "vivi la tua vita come vuoi che sia" iniziata nel maggio 2007 è proseguita con la decisione di cambiare lavoro. Non ce la facevo più. Così, mi sono licenziata dal lavoro che tutti vedevano come sicuro e pieno di promesse per il futuro (nonostante mi dicesse ogni giorno che non facevo abbastanza, il mio capo si diceva certo che avrei potuto fare carriera in fretta e diventare capo filiale nel giro di due anni al massimo. Peccato che io non lo volessi assolutamente), e nel maggio 2008 ho iniziato un lavoro come magazzino e sorveglianza server dentro il bunker di massima sicurezza Telecom di Bologna. Non c'entrava nulla con la mia laurea, le mie conoscenze, il mio percorso lavorativo. Ma avevo dei colleghi meravigliosi ed è stato di certo il lavoro più bello della mia vita. Peccato che è durato .solo un anno (maledetti contratti interinali, maledetta crisi).
E così, siamo arrivati al 2009. Ad aprile ci hanno consegnato la casa, così un altro enorme cambiamento ha potuto finalmente diventare realtà effettiva. Ah, ho dimenticato una cosa che ho fatto nel 2008 dopo aver pensato per tutta la vita che non avrei mai potuto farlo: sono diventata vegetariana. Ed è stato molto più semplice e piacevole di quanto avrei mai creduto.
A giugno sono rimasta senza lavoro, e ormai sono sei mesi che percepisco la disoccupazione (bè, anche questa è una cosa che non avevo mai fatto :P), ma non mi preoccupa il mio futuro lavorativo. Ho grandi progetti, e nell'attesa che si realizzino sono sicura che le cose andranno a posto da sole. In fondo, me la sono sempre cavata bene.  E non c'era modo migliore di chiudere il decennio che con il concerto dei Muse a Torino (e con questo racchiudo il prima e il dopo, e il concerto a Bologna pure), dimostrazione inconfutabile del "se vuoi una cosa prenditela", come ben sa la Vale. E il fatto che abbiano suonato Butterflies & Hurricanes, che per me ha un significato enorme, insieme a New Born, che pure ha un significato enorme, e a Plug in Baby, la canzone che per prima me li ha fatti amare... bè, posso dire che è la perfetta colonna sonora di chiusura degli anni zero.
In conclusione, sono felice di questo decennio, ho fatto tante cose, conosciuto tante persone, ne ho perdute altre e sono cambiata moltissimo. Spero di poter dire altrettanto anche del prossimo.
Di certo, si apre bene. Subito un viaggio per una città che non ho mai visto (Dublino, in gennaio), poi una serie di concerti già fissati, e cosa più importante farò due esperienze che non ho mai fatto in vita mia: il mio primo concerto in uno stadio (San Siro, 8 giugno) e la mia prima trasferta all'estero per concerti (Wembley, 10 e 11 settembre). Spero di poter continuare a fare tante altre cose che non ho mai fatto prima d'ora, e spero che questa evoluzione non abbia mai fine. Spero di leggere molto, vedere molto, conoscere persone nuove e scoprire posti e cose nuove. Spero di venire in contatto con nuovi punti di vista e di essere stimolata nel cambiare i miei. Spero che i sogni di chi mi sta intorno si realizzino, e che anche un paio dei miei lo facciano.
Questo è quello che mi auguro per il prossimo decennio. E, se vi sta bene, lo auguro anche a voi.
Buon 2010, e felice inizio di un decennio che vi auguro meraviglioso. Vi voglio bene.

Foto commemorative:

A inzio decennio, nel 2003 -26 anni- ero così (è difficilissimo trovare mie foto vecchie, ho il terrore della macchina fotografica perchè non sono mai stata fotogenica -nonchè sempre abbastanza sul cesso andante, cosa che non aiuta di certo. Non ne trovo di più vecchie, dovrei scansionarne):







Adesso, a fine decennio con 33 anni sul groppone, sob sob (la foto -rigorosamente in stile ragazza maispeis, che fa tanto anni 00- è di una settimana fa, per il pranzo di Natale a casa dai miei) sono così:








Buon Natale a tutti!!!

Ok, lo so, lo so, ho abbandonato il blog ere fa, i concerti mi hanno inghiottito e non mi hanno ancora risputato fuori, tornerò prima o poi, lo prometto. Nel frattempo, mi fermo un attimino a fare i miei migliori auguri a tutti quelli che passeranno di qua.
Nell'anno in cui sento lo spirito Natalizio come una cosa davvero davvero lontana (non capisco perchè dovrebbe essere un giorno diverso dagli altri: io sono felice e piena di amore e ottimismo tutto l'anno, perchè dovrei esserlo oggi in particolare? Bah...), tanto che mi sono scordata di comprare un regalo al Martire che mi sopporta (e che invece, incredibilmente, me ne ha fatto uno. Era talmente inatteso che mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. Un cappellino da 10 euri che avevo visto in una vetrina, niente di incredibile, però non poteva farmi regalo migliore! Ebbè, sono una sentimentale, che volete?), sono qui all'una di notte a bere brachetto (è la seconda bottiglia di vino stasera, dopo la cena si festeggia ^_^) e a scrivere sul pc, perchè tanto ogni giorno è Natale, soprattutto quest'anno, dato che finalmente da qualche mese abbiamo una casa tutta nostra.
Per questo abbiamo festeggiato adeguatamente con una bella cenetta abbondante, candele e dvd di "Labyrinth". Avrei voluto vedere "SOS Fantasmi" (il mio film della Vigilia) ma è imbucato in qualche scatolone del trasloco, e non mi è riuscito di ritrovarlo.
L'altro ieri è toccato a "Ritorno al Futuro". Domani tocca al nostro vero film di Natale, Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato. Quello con Gene Wilder, mica cazzi. E venerdì tocca a "La Storia Fantastica". Se mi riesce di trovarlo, nel fine settimana sarà la volta dei Goonies e, probabilmente, di Jesus Christ Superstar.
Perchè certe tradizioni si rispettano.



Buone Natale a tutti!!!





Muse live in Turin. Tornata da qualche ora. Ragazzi, che concertoooooo

Sono tornata a casa dalla due giorni torinese da poco più di 6 ore. Non so perchè non sono ancora andata a letto, crollo dal sonno e sono davvero sfinita. In due giorni ho dormito pochissimo, mangiato ancora meno, camminato parecchio e soprattutto ho preso un freddo boja (e meno male che non pioveva).
Però ne è valsa la pena. Se Bologna era stato grandioso, Torino è stato semplicemente SPETTACOLARE! Forse è stata la loro data migliore di tutto il tour europeo, come scaletta decisamente! Io ancora non ci posso credere, ma ci hanno regalato due fantastiche soprese: Butterflies &Hurricanes e Sunburn!!!!!!!!!!! Sunburn, cacchio!!!
E loro erano carichi, spaccavano di brutto, e si divertivano, si vedeva proprio. E stavolta i palloni ce li siamo beccati (non come a Bologna, dove sono misteriosamente spariti).
Tra domani e dopodomani, scriverò un post migliore con una buon bilancio del concerto, ma adesso prima di chiudere voglio fare un saluto (anche se non lo leggeranno) ai meravigliosi ragazzi che hanno fatto la coda con noi. Ci siamo divertite moltissimo, e speriamo davvero di ritrovarci per San Siro e per Wembley!
I video sto provvedendo a caricarli su YouTube, per adesso un paio di foto:
Palco
Cartelli
Resistance

Gli Elio e le Storie Tese commemorano lo scherzo dei Muse a Quelli che il calcio...

I grandissimi Elii oggi si sono esibiti a Quelli che il calcio... a parti invertite. Christian Meyer, il batterista, si è improvvisato cantante (in playback, ovviamente), indossando una maglietta dei Muse e una parrucca.
Non ho avuto occasione di vedere il "dopo", come ha reagito la Ventura, ma da quanto ho letto ha detto qualcosa del tipo "E' inutile, a voi vi riconosco" e poi ha glissato (magari si è finalmente resa conto della figura? Chissà...). Dato che è successo un'ora fa, forse più tardi troverò il video comprensivo dell'intervista, al momento ecco l'esibizione:



Muse live @ Futurshow Station: bilancio del concerto. In attesa di Torino


Allora, non so bene da dove cominciare. Dall'inizio? Ok, è un'opzione che posso valutare.
Uhm... intanto, avevamo i posti prenotati (Tribuna Est, settore E, fila 2, posti dal 20 al 24), per cui non era assolutamente necessario arrivare in anticipo rispetto all'apertura dei cancelli. Per questo motivo, io e la Vale siamo arrivati al Futurshow a mezzogiorno ^____^
Non siamo state in coda, però. Ce ne siamo andate in giro per il carrefour, siamo state all'Ikea, abbiamo sostato ore sul ponte che collega il Futurshow al Carrefour a guardare tutti i mille membri dello staff che trafficavano con le attrezzature (sono arrivati 9 camion + 5 tourbus... erano allucinati anche gli addetti) e ad ascoltare il sound check che arrivava a fasi alterne. Che meraviglia!
Comunque, alle 18:30 hanno aperto i cancelli, e siamo andate a cercare i nostri posti. Ora, eravamo sul secondo (terzo? insomma il più alto di tutti) anello, dalla parte opposta del palazzetto rispetto al palco. Bellissimo per avere una visione d'insieme del palco (e, a quanto ho scoperto poi, anche per sentire bene, cazzarola), ma essendo la prima volta che vedevo i Muse dal vivo, dopo 8 anni di ascolto in solitudine, la cosa non mi soddisfava affatto. Volevo essere un pochino più partecipe, dare almeno un'occhiata da vicino ai 3 ragazzuoli, e magari non essere talmente lontana da ritrovarmi da sola a cantare e saltare (saltare? Da quanto ho scoperto, quelli in tribuna sono rimasti seduti tutto il tempo, fino all'encore. Se rimango seduta ad un concerto, mi sa che schiatto a metà causa adrenalina compressa -.-).
Quindi, ho preso la Vale e, abbandonati i rispettivi martiri ai posti prenotati, ci siamo attraversate tutte le tribune fino ad arrivare di fianco al palco, e lì ci siamo imbucate nell'angolo laterale destro (destro guardando il palco da di fronte).
Intanto, sul palco gli scozzesi Biffy Clyro stavano aprendo le danze. Non posso dire se mi sono piaciuti o no. Tra il salto al merch per accattare la magliettina (cercando di non uccidere le bimbeminkia che avevo davanti. Il dialogo che mi stava facendo caricare il lanciafiamme per eliminarle dal pianeta è stato MinkiaFighetta1"blablabla mi piacerebbe sapere come si chiama il bassista" -Christopher Wolstenholme, ndr- MinkiaFighetta2 "Aspetta, mi sembra che si chiami Owen" -Owen? Echicazzè? Al limite Howard, il batterista- MinkiaFighetta1, con espressione tipo NeSoAPacchi "Nooo, mi sa che Owen è il chitarrista" O_______O AAARRGGHHHH!!! Considerando che sapevano benissimo che il cantante è Matthew Bellamy, come hanno tenuto a specificare prima di commentare che "è un bel pò pessimista, eh, però...", e che hanno detto che li ascoltano da un anno, mi potete spiegare di quale maledettissimo chitarrista stiamo mai parlando??? Cioè, oltre a Morgan Nicholls che copre la parte "tastieristica" ai live, ora i Muse hanno pure un chitarrista fantasma di nome Owen? Certo che non ha proprio più voglia di fare un cazzo Matthew... santa pace...), lo spostarmi avanti e indietro tra posto prenotato e posto bazza, la fotta da "manca poco" e l'acustica pessima del punto in cui ci trovavamo, non sono riuscita a farmi un'opinione su questo gruppo, purtroppo. Mi sono sembrati validi, ma magari riuscirò a farmi un'idea più precisa a Torino. Vabbè.
Alle 20 hanno finito, e poi sono saliti cinquanta mila omarini sul palco (alcuni si sono issati fino al soffitto con le funi) e hanno smontato tutta la strumentazione che era servita per il gruppo di apertura.



Dalla foto forse non si vede bene, ma tutte le sagome che ci sono sul palco sono omarini che trafficano per smontare tutto. Alla fine, sul palco rimangono solo le 3 strutture alte fino al soffitto coperte di tela stampata che si vedono nella foto. Niente strumenti, niente di niente.
Poi si spengono le luci e inizia il delirio.
I tre catafalchi sono 3 enormi parallelepipedi che si illuminano dall'interno, proiettando sulla tela immagini di uomini stilizzati che salgono delle scale, mentre l'intro -We are the Universe- cresce. Una cosa emozionante da morire, davvero non ho parole per descriverlo. Guardate il video che ho fatto, perchè ragazzi, di certo è la più bella apertura che abbia mai visto dal vivo. Ad un certo punto, gli omarini si sono bloccati, e hanno iniziato a cadere verso terra. Dal pubblico (me compresa) è partito un boato enorme che ha fatto tremare il palazzetto. Poi i teli sono caduti e a metà dei parallelepipedi stavano loro, Matt, Dom e Chris, che hanno subito fatto esaltare le 14.000 persone presenti con Uprising.





Nota negativa: io Uprising praticamente non l'ho quasi sentita. A parte il tizio che mi stava di fianco che cantava fortissimo e stonatissimo, evabbè (anch'io cantavo fortissimo, pazienza), ma l'acustica dove stavamo noi era già abbastanza merdosa, poi forse dovevano ancora regolare bene i suoni, o forse c'era molto casino generale, ma non si sentiva nulla. Ma poco importa. Matt ha mostrato di essere ancora un idiota nel profondo, presentandosi sul palco con giacchetta e occhiali tamarri, e lucetta laser verde che faceva schizzare sul pubblico, facendoci schiantare dal ridere. Devo dire che l'ho trovato particolarmente in forma ieri sera, sarà l'Italia che lo mette di buon umore, ma ha fatto ogni genere di piroetta, passettino, mossetta e cazzi vari. E pure Dom è stato GRANDIOSO!!! Da dove eravamo noi, lo vedevamo perfettamente, e ci ha dato come una bestia. Abbiamo visto la sua maglietta e i suoi capelli diventare via via sempre più fradici, non si è davvero risparmiato, uno spettacolo! Purtroppo la qualità audio non era tale da permettermi di apprezzare per bene il basso in tutte le canzoni, ma in quei pezzi in cui sono riuscita a distinguerlo, Chris è stato assolutamente perfetto. E Matt!!! Non una sbavatura, non un errore, una voce meravigliosa, degli acuti pazzeschi, per rimanere sul discorso "cantante" e non entrare nel dettaglio chitarra + pianoforte, perchè altrimenti non ho parole per esprimere la mia ammirazione. E' una macchina, non sbaglia niente, e fa tutti i pezzi uguali o addirittura meglio che da studio. Pazzesco. Lo sapevo bene, ma ogni volta rimango sempre basita.
Comunque, poi è partita Resistance (e loro sempre sui parallelepipedi, cosa per me stupenda perchè li avevo ad altezza occhi!), bellissima, e poi siamo impazziti tutti per New Born. Grande nota negativa: siccome sta ancora sul parallelepipedo quando attacca New Born, Matt non fa più l'inizio al piano e il passaggio in diretta piano/chitarra che è una cosa pazzesca. E' un pò meno emozionante, però la fanno egregiamente, per cui niente da dire.
Intanto sono scesi a livello palco (e ci vedevamo perfettamente, non potevo chiedere di meglio), ed è partita Map of the Problematique. Bellissima, adoro la batteria di questo pezzo... e il coro del parterre da brividi. Un pò meno il tipo vicino a me, non so se già in questo pezzo l'ho minacciato di morte, ma nel caso non mi mancava molto. Se non è stato con Map, sarà stato con la successiva, Supermassive Black Hole. Qui, Matt ha iniziato a scaldarsi davvero. Un falsetto perfetto, e ha chiuso il pezzo suonando il Kaoss Pad con la lingua XD

In un crescendo di emozioni, è partita MK Ultra e sono impazzita. Ci speravo tanto che la facessero, è una delle mie preferite in assoluto di The Resistance. Bellissima, bellissima, bellissima, non ho parole. Peccato per l'audio di merda, perchè l'hanno fatta stupendamente! Dio, che voce!!!!!! (ok, riguardando ora il video ho notato che è qui che minaccio il tizio, lo stavo odiando profondamente perchè me la stava rovinando).
Poi un tuffo al cuore con l'intelude di Absolution, e di nuovo follia pura con Hysteria (sempre da panico, sempre carica a mille, sempre stupenda).
Poi Nishe (ok, la usano come intro, ma non è che ne hanno fatto un pezzettino micro, nono. Temevo molto meno, invece ne hanno fatto un minuto buono. Insomma, vista la loro reticenza a fare le b sides live, tocca accontentarsi, purtroppo), e poi di nuovo sui parallelepipedi, con Matt al pianoforte per United States of Eurasia. Dal vivo è da brividi, allucinante davvero, non pensavo. Che meraviglia.

Finita Eurasia, Matt ha detto che la canzone che stavano per fare era dal loro primo album, e sono impazzita: Cave!!! Ok, sapevo che così mi potevo scordare Unintended, ma Cave è una canzone che amo moltissimo, e fatta al pianoforte è tutta da gustare. Certo, è snaturata, ma prendendola come una canzone "diversa" da quella originale, è bellissima. D'altronde, quando quell'uomo è al pianoforte fa venire le lacrime, quindi  va benissimo ^_^

Poi sono scesi di nuovo a livello palco, ed è partita Guiding Light. Ora, io personalmente la considero una canzone inutile, di solito la skippo sempre sul cd, però live pensavo peggio. Intanto, bella batteria, davvero, e bel basso. Niente di esaltante, ma ti rimbomba dentro come un battito.
Un momento di quiete. Certo, farla seguire da Undisclosed Desires e Starlight ha rischiato di causare il linciaggio da parte dei puristi, grazie a Dio in mezzo c'è stato il drum & bass Jam  (conosciuto anche come Helsinki Jam, o come Osaka Jam) su piattaforma rotante, uno spettacolo per occhi e orecchie, Dom carico come una molla, favoloso. Purtroppo non l'ho ripreso, perchè mi si stava esaurendo la memory card, e volevo tenermela buona per altre cose. Ho trovato però un video perfetto su YouTube, eccolo:



Come già detto, poi è stata la volta di Undisclosed Desires (che volete? L'ho perfino cantata. Non è che adesso mi piaccia, neanche per sogno, ma live si sopporta, e poi Matt è un cretino XD. E gli effetti erano belli parecchio, con tutte le lucette verdi sul pubblico) e di Starlight. Come sempre, Starlight molto coreografica, il pubblico partecipe da morire, Matt una voce pazzesca.
Poi è partita Plug in Baby ed è un miracolo che non si siano crepate le pareti del palazzetto. Un boato allucinante, la gente esaltatissima. Matt? Come invitarlo a nozze. Ha addirittura smesso di cantare per far cantare il pubblico, incitandolo con un braccio. Ecco il video (YouTube me l'ha compresso un casino, purtroppo):







E poi, visto che ancora non ci era partito un embolo dall'esaltazione, Matt è venuto sul balconcino di fronte a noi a fare Time is Running Out. Un delirio!!! Ce l'avevamo a due metri di distanza, che figata assurda!!! Il nostro angolo era carico ai livelli, Matt se n'è accorto (nel video si capisce quando succede, perchè non si vede più nulla :P) e ci siamo meritati un sorriso :PPP
Ecco il video, si vede benissimo (non si sente altrettanto bene, ma c'aggiafà, la mia macchina fa quello che può, e per me ha fatto pure troppo):





E poi devono aver deciso di tentare il tutto per tutto per mandarmi all'ospedale in preda ad un crisi isterica, perchè è toccato a Unnatural Selection, che dal vivo è semplicemente UNA BOMBA!!! Altro che versione da cd (che già mi piaceva da morire), dal vivo è puro EARgasm.
Poi hanno salutato tutti e sono scesi nel buio del backstage. Ovviamente non ci ha creduto nessuno, così un paio di minuti dopo sono tornati per l'Encore, e sono tornati alla grande con niente cacca di meno che la Exogenesis parte I (Overture), che hanno fatto sui parallelepipedi. Emozionante da morire, da lacrime agli occhi. Che meraviglia. Peccato che la mia memory se ne sia andata allegramente a puttane, così ho potuto riprendere solo un minuto di questa perla, e poi il resto lo cercherò sul tubo.

Dopo questo momento di pura beatitudine, carica ai livelli con Stockholm Syndrome (dal vivo è sempre fantastica), e poi meraviglioso l'intro di Man with a Harmonica di Morricone (DA BRIVIDI!!! DA BRIVIDI!!!) e chiusura da far venir giù i muri con Knights of Cydonia, eseguita superbamente e carichissima, di certo uno degli highlights della serata!
Come video al momento ho trovato solo questo, è un pò incasinato però si sente bene  e si vede abbastanza. E rende un pò il clima ^^






Poi è finito davvero. Ultimo saluto ai tre, che sono scesi nel backstage rivolti dalla nostra parte, per cui hanno smanacciato e sorriso nella nostra direzione, e poi fuori a smaltire l'adrenalina.
La scaletta (la foto non è mia, purtroppo):




Che dire... non vedo l'ora che arrivi il 4 di dicembre per la data di Torino, se non fosse per quello sarei in piena depressione post-concerto :P Veramente eccezionali. Impeccabili. Un consiglio spassionato: se non li avete mai visti dal vivo, acchiappate l'occasione e andate a San Siro l'8 di giugno. Chissà poi quando mai torneranno di nuovo. E poi, girano voci che gli stadi estivi li faranno con l'orchestra. Nel caso, è assolutamente imperdibile, che siate fan o no. Fidatevi, è uno spettacolo mozzafiato.
L'unica sfiga della mia posizione, è che non ho potuto ammirare il palco nel suo complesso, che da quel poco che ho visto in alcuni video che ho trovato, era straordinario e grandioso.
Il servizio (orrendo) che hanno fatto oggi alle 13:00 sul TG2 ne dà l'idea. Lo potete vedere QUI QUI invece il servizio che è andato in onda su Rai3. Del concerto dicono ancora meno, ma ci hanno fatto scappare due domande a Dom...

Nel giro di qualche giorno dovrei riuscire a caricare tutto su YouTube, poi aggiornerò il post con i video canzone per canzone.

Tornata (ma solo con il corpo)

Sto crollando quindi sarò telegrafica, domani carico i video. Comunque: da panico!!! Concerto praticamente sul palco, vedevo perfino i rivoli di sudore dietro al collo di Dom! FANTASTICO!!! 

Loro assolutamente perfetti, palco con le piattaforme mobili (bello!!!), pubblico ottimo, stracoinvolto che cantava tutte le canzoni (addirittura Matt ha lasciato cantare un pezzo di Plug in Baby alla folla, incitandola. Ha pure "suonato" il Kaoss Pad  con la lingua alla fine di Supermassive Black Hole =D ). Due ore di spettacolo e non si sono fermati un attimo. Peccato l'acustica un pò di merda del palazzetto, quella davvero è stata una pecca non indifferente...


Non vedo l'ora che arrivi il 4 di dicembre!!!

Meno di 24 ore

Ormai ci siamo, cinque mesi sono volati e adesso mancano meno di 24 ore. Mentre ascolto New Born, la mia New Born, che per me ha così tanti significati, mi sembra ancora impossibile pensare che domani finalmente me la godrò dal vivo e finalmente li vedrò, dopo anni di attesa.
Per domani devo ancora preparare tutto (tanto per cambiare), mi ci metterò più tardi.
Un saluto a tutti quelli che non possono venire, e ci si rivede domenica sera ^___^



Waiting for Muse - The Countdown: -1

Avevo promesso che alla fine del countdown avrei postato la mia "dreaming setlist", ed eccola qui, quindi (vi chiederete a chi interessa. Bè, una persona di mia conoscenza me l'ha chiesta un mese e mezzo, e io ci tengo ad accontentarla XD).
Non è assolutamente esaustiva, non include tutte le mie canzoni preferite nè tantomeno tutte quelle che vorrei sentire dal vivo. Mi sono limitata a 20 + 3, per renderla un minimo credibile - anche se già molto "oltre" quello che fanno di solito (ovvio che sogno una scaletta di 40 canzoni, ma è improbabile che avvenga MAI, come dire... :P) Ma se mi facessero questa scaletta, uscirei strisciando dal palazzetto (naturalmente so già che scaletta faranno, quindi niente illusioni). Non è in ordine di "senso", l'ordine è assolutamente casuale (a parte l'Exogenesis, che per me va all'inizio per forza, e Megalomania, che va alla fine per forza. E Take a bow, la perfetta chiusura di un concerto)


Exogenesis III
Nature_1
Fury
Unintended
Showbiz
Muscle Museum
Spiral Static
MK Ultra
Citizen Erased
Bliss
New Born
Dead Star
Resistance
Unnatural Selection
Map of the Problematique
Assassin (grand omega bosses edit)
Hyper Chondriac Music
Ruled by Secrecy
Butterflies & Hurricanes
Megalomania


Encore:
Stockholm Syndrome
Space dementia
Take a bow

Waiting for Muse - The Countdown: -3


Sto in pieno down mentale, troppe cose tutte insieme, troppe emozioni, troppi "waiting for"... sto per esplodere *___*
In conclusione: POST UNDER CONSTRUCTION!!!


WEMBLEY!!!!!!!!!! Un sogno che diventa realtà!!!!!!


Dopo una settimana che me lo tengo dentro, aspettando di avere la conferma prima di esaltarmi, ora lo posso dire:


HO I BIGLIETTI PER WEMBLEY!!! 
L'11 SETTEMBRE 2010 SARO' A LONDRA A VEDERE I MUSE!!!!

Ok, forse non sembrerà chissà che notizia, ma:

a) sono mesi che ho una fottutissima voglia di tornare a Londra
b) non ho mai fatto un concerto all'estero, e desideravo tanto farne uno veramente da urlo
c) da quando l'anno scorso ho comprato il DVD di H.A.R.R.P., con il live dei Muse a Wembley del 2007, ho sbavato incommensurabilmente desiderando di essere anch'io tra la folla che ha potuto assistere ad uno spettacolo così... spettacolare :P

Quindi ora mi capirete se vi dico che sto letteralmente impazzendo di gioia ^_^ (un pò meno di quanto mi piacerebbe, visto che i biglietti verranno spediti solo a fine agosto, e io li vorrei stringere in mano per crederci di più... vabbè, dettagli, mi farò bastare la mail di conferma dell'acquisto).

Obbligatorio questo video:





In settembre in mezzo a quella bolgia ci sarò anch'ioooooooooooooooo

Waiting for Muse - The Countdown: -5

POST UNDER CONSTRUCTION (in attesa del mio ritorno a casa)
Ieri sera concerto STUPENDO!!! E mi sono portata a casa gli autografi di tutti i 30 Seconds to Mars :P

Waiting for Muse - The Countdown: -6

PRINCESS IN TRASFERTA, POST UNDER CONSTRUCTION

In partenza per il concerto dei 30 Seconds to Mars a Milano. Come sempre, aggiornerò (prima o poi)
Ciao a chi passa di qua ^^

Waiting for Muse - The Countdown: -7

Post under construction, che lo dico a fare? Ehhh... (sono le 4 del mattino, ho appena finito di recuperare i post relativi a Hyper Music e Plug in baby, ho la mente deserta :P)

*___*

Fino al 20 non dico niente e me ne sto zitta, però inizio a sperare...

Waiting for Muse - The Countdown: -8

POST UNDER CONSTRUCTION

Oggi ho recuperato il -18... ce la farò mai a finirli tutti??? @_@

Intanto, un post piccolino piccolino dedicato ai premi:




(Bello questo montaggio, manca il 2009 - 2 premi vinti finora, però bello)

QUI un elenco completo delle nomination ricevute e dei premi vinti. Ad oggi, siamo a 25 premi vinti (e 62 nomination).

i today's referrers mi fanno sempre morire dal ridere

Ma chi è che, arrivando sul mio blog, ha digitato su Google la ricerca

"voglio sapere di quanti film è la serie saw l enigmista"???

XD un pò dettagliata come domanda, mi pare...

Waiting for Muse - The Countdown: -9

Siamo arrivati al count a cifra unica. E io devo ancora recuperare 1000 post arretrati (tanto per cambiare, oserei dire). Vabbè vabbè, sono fiduciosa, ce la farò U_U
Intanto, hanno mandato comunicazione di servizio: concerto anticipato di mezzora... chissà che gli cambia, mezzora prima o dopo, bah... tanto sarò lì anni prima, quindi i miei programmi non cambiano ^^

Buone nuove arrivano dalle altre date del tour: ieri sera Matt ha ripreso la buona e sana vecchia abitudine di fracassare la chitarra dentro la batteria, con somma gioia di Dom (spero che non abbia distrutto la Glitterati... mi piace tanto...)... e poi e poi... e poi finalmente hanno fatto MK Ultra, cazzo!!! Finalmente l'hanno capito *_* (anche se l'hanno abbassata di un tono... vabbè, meglio di niente...). Gioiamo tutti insieme e speriamo la mantengano in scaletta (però non al posto di Unintended, daiiiii... cheppalle... non c'è più niente in scaletta da Showbiz ç__ç )

Waiting for Muse - The Countdown: -10

Siamo a meno 10 *__* quasi non ci credo, è una vita che ho i biglietti (dal 25 giugno, per la precisione) e essere a tiro non mi sembra vero *__*
Anche se stavo riguardando i posti che sono riuscita ad accaparrarmi. (non ho più riguardato niente da giugno... c'era troppo tempo in mezzo).. cioè, sono davvero dei posti di merda, lontanissimi... sob... d'altronde, andandoci in 4 era impossibile trovare posti decenti vicini... vabbè, ci si accontenta, poi se tornano nel 2010 necessito parterre e transenna U_U
Vabbè, vabbè, parliamo d'altro (beh, in un certo senso :P).

Oggi posto una vecchissima intervista del 2002 (da Tutto Musica), dato che parlavo del suo contenuto qualche giorno fa con la Vale. Visto che mi è capitata sotto gli occhi, ne approfitto:



MATT HA UN SEGRETO. PROPRIO COME IN UNA DELLE CANZONI CHE STANNO FACENDO DEI MUSE UNO DEI GRUPPI PIU’ FAMOSI DEL MONDO.
Probabilmente non è a caso che il testo di Muscle Museum, brano che li ha fatti conoscere al grande pubblico ai tempi del loro primo album, Showbiz (e oggi riproposto in una devastante versione dal vivo in Hullabaloo), suonasse così intenso e misterioso. C’è qualcosa di diverso da tutte le altre in questa band. Qualcosa che a tratti contrasta con la loro affabilità. Qualcosa di difficile da afferrare. Tanto che neppure il sole di oggi, che luccica bianco e inesorabile nel cielo senza nuvole, sembra riuscire a illuminare il lato oscuro di Matthew Bellamy. Forse è come una maledizione. Una di quelle cose a cui non ci si può sottrarre perché è scritta nel destino. Una di quelle cose che capita poche volte nella storia. Uno cosa fatta di potenza arcana, come un tempo accadde per un altro gruppo che aveva fulminato al cuore i giovani di tutto il mondo: un gruppo chiamato Nirvana. La band di Kurt Cobain aveva quella cosa. Indefinibile. Ma che se avessi potuto darle un nome, avresti detto solo che profumava di spirito adolescente (proprio come diceva la canzone) e che aveva una forza da farti attorcigliare le viscere. Una forza che non era mai più tornata sulla scena della musica. Fino ad ora, forse. Fino a che non sono arrivati i Muse. Con le loro chitarre laceranti. Con le loro armonie barocche. Con le loro armonie tenebrose e oblique. La parola per descrivere tutto questo è una sola: MAGIA. E nel caso dei Muse ha un doppio significato, come scopriremo più tardi.
Questo caldo è incredibile, sembra una condanna. Ma è sempre così, qui in Italia?”, bisbiglia Matt al vento, stringendosi nelle spalle mentre con la mano spegne una risata nervosa. Al suo fianco camminano l’esuberante Dominic Howard e il sempre più riservato e taciturno Chris Wolstenholme. Non dicono nulla, intenti a guardarsi intorno, spaesati, da dietro gli occhiali scuri. Ci sono soltanto poche centinaia di metri che dividono i camerini, dotati di aria condizionata, dai box dove è stato allestito il set fotografico. Eppure l’asfalto dell’Autodromo di Imola, dove potentissime macchine corrono a folli velocità, sembra massa viva, capace di inghiottirti quando meno te lo aspetti. Matt non è abituato a lamentarsi, anche se di recente, dopo aver trascorso un intero fine settimana a farsi l’esame di coscienza con l’aiuto di qualche funghetto magico, si è reso conto di aver come perso gran parte della sua personalità, quasi non possedesse più nulla, vuoto “Quasi come se non avessi una coscienza e non fossi più un essere umano” spiega, con sfuggente noncuranza, come se fosse una cosa da nulla.
Ho iniziato a recriminare su ogni cosa, qualsiasi stupida cosa”, continua, finalmente al riparo all’ombra della tettoia del box. Ogni tanto, all’improvviso, lo vedi che ti lancia un’occhiata fulminea, come per saggiare le tue reazioni.
Nel buio del locale, intanto, sembra divertirsi ad ascoltare le istruzioni per il funzionamento di una pistola colorata che, munita di due eliche, riempie l’aria di bolle di sapone: un’idea del nostro fotografo in omaggio al titolo del nuovo album.
A Matt e agli altri l’idea sembra piacere subito. Una seduta fotografica è un momento complesso: la creatività di chi fa le foto si incontra con quella dei musicisti e non sempre c’è intesa. È sempre una lotta psicologica che lascia un po’ di tensione nell’aria, che non si scioglie fino all’ultimo scatto.
In piedi contro il telone bianco, Matt proietta una tenue sagoma sul soffitto che assomiglia allo scheletro di un albero morto. Ma questa volta, sotto ai vestiti neri, le sue vene non sono macchiate di blu, come un tempo.
“Mi divertivo a seguire il percorso delle mie vene con un pennarello. A scuola mi annoiavo, e allora passavo il tempo a dipingermi la pelle di nascosto, sotto il banco. Mi ha sempre affascinato il modo in cui siamo fatti, l’anatomia del corpo umano, pensare a ciò che se ne sta appena sotto la cute”, aveva raccontato qualche mese fa, la prima volta che ci eravamo incontrati. Quello che sta sotto: ecco uno dei misteri da sciogliere.
L’anatomia del corpo umano, fatta di carne e sangue, che convive con l’invisibilità delle emozioni: elementi opposti. Proprio come la grazia e l’inquietudine che si dibattono nelle canzoni dei Muse.


LE CHITARRE URLANTI DI PANDEMONIA

A Teignmouth, un piccolo paese nel Devonshire, che di certo non aveva le potenzialità per preparare i ragazzi a costruirsi una vita di buoni propositi, Matthew Bellamy decise che ce l’avrebbe fatta. Come molti altri suoni coetanei che studiavano al Community College, appena compiuti i tredici anni mise in piedi un gruppo rock per dare sfogo alla sua vitalità di adolescente e illudersi, per un attimo, di essere il nuovo Kurt Cobain.
Quella era la tipica cittadina dove ti annoi perché non c’è nulla da fare”, ricorda Matt seguito da un cenno di approvazione di Dominic, intento a far ondeggiare la testa dall’alto verso il basso, “dove i ragazzi non vedono l’ora di essere indipendenti e di andarsene il più lontano possibile. D’altronde, io stesso sono sempre stato stuzzicato dall’idea di fare tanti soldi, in modo facile e veloce. Per questo motivo, c’era molto fermento. Ogni giorno nasceva un gruppo diverso. C’era persino una strana leggenda secondo cui tutta quell’energia era arrivata come una musa, discesa dal cielo: è da lì che abbiamo preso il nostro nome. Eppure, in un posto così, era anche molto facile perdersi. La criminalità tra i giovani era forte e, davvero, per molti la musica era stata più di una salvezza. Sarei potuto finire male, perché prima o poi ti capita di entrare in certi loschi giri”, ricorda Matt con un ghigno a metà strada tra il compiaciuto e l’imbarazzato “Come tanti altri sono cresciuto cibandomi di tv e tecnologia. Ricordo che a scuola c’erano due ragazze che si divertivano a tagliarsi con delle lamette, e io mi chiedevo e domandavo a loro: Ma perché fate questo? Avevo circa quindici anni e loro erano persone davvero strane. Ancora adesso non ho una risposta precisa a quella domanda, anche se sono quasi sicuro che si facessero del male per imitare certi loro idoli.”
Matt, Dominic e Chris si incontrano quasi per caso. I loro genitori, senza motivazioni degne di nota, si trasferirono nel Devon da città molto diverse e lontane come Cambridge, Manchester e la pacifica, verde regione dello Yorkshire. Marilyn, la madre di Matt, incontrò il suo futuro marito appena arrivò, da Belfast, in Gran Bretagna. George era un conducente di taxi con la passione per la chitarra. Negli Anni 60 aveva militato nei Tornadoes, un gruppo che aveva avuto il merito di piazzare un singolo, Telstar, al primo posto della classifica statunitense. Marilyn, dal canto suo, passava le giornate a sistemare la casa e a badare ai figlioletti, Matt e Paul. Ma c’era anche qualcosa di strano, di diverso da quello che succede in una famiglia qualunque: occasionalmente, con l’arrivo delle amiche, la signora Bellamy si dedicava a coltivare i suoi poteri di medium, invocando le anime dei morti con l’aiuto della tavola Ouija.
Anche se la musica è sempre stata una forte presenza in casa Bellamy, Matt non toccò seriamente un pianoforte fino a quando si iscrisse a scuola. “La prima canzone che imparai a suonare è stata la sigla di Dallas, il telefilm”, racconta Matt con le dita infilate tra i capelli neri e lucidi. “Quando avevo circa tre anni, mio fratello Paul si divertiva a farmi roteare in aria. Poi, mi metteva davanti alla televisione, avvicinava il pianoforte e mi lasciava giocare coi tasti, ma con un dito solo. Mi mostrava ai suoi amici come se fossi un trofeo, sghignazzando sul fatto che ero più simile a una macchina che a un bambino perché riuscivo a riprodurre subito tutte le musiche che sentivo”. Così, quando nel 1998 Matt e compagni firmarono per la Maverick, l’etichetta discografica voluta da Madonna che distribuisce i loro dischi negli Stati Uniti, nessuno ne rimase poi così colpito: sembrava scritto nel destino. Nel momento in cui la chitarra urlante di Matthew cominciò a straziare le melodie delle canzoni da lui stesso composte, la gente che ascoltava iniziò a capire di aver davanti qualcosa di nuovo ed unico: ascoltare i Muse era come essere al centro di un tornado. O magari, in un regno fatato, quello di Pandemonia, dove si scatenavano improvvisamente le forze della natura, le chitarre ti sollevavano con la forza del vento per portarti via lontano, lontano in un mondo dove bellezza e tristezza erano due facce della stessa medaglia.
Oggi dopo Showbiz, Origin of Symmetry e un doppio disco contenente un’impressionante esibizione dal vivo e materiale raro, al quale è abbinato anche un dvd, Hullabaloo, i Muse sembrano destinati a conquistare il mondo intero, quello reale. Un risultato che sarà raggiunto, come conclude Matt a denti stretti, “Solo quando riusciremo a vendere dieci milioni di copie. Allora, dopo che mi saro' costruito un fisico alla Ricky Martin, ritroverò Madonna ai miei piedi, insieme a tre o quattro altre sue amichette, intenta a farmi un pompino


ANGELI DALL' INFERNO

Da lontano Matthew, sul palco, sembra una creatura di un altro mondo.
Le punte acuminate della sua pettinatura lo fanno assomigliare a uno dei supplizianti del film Hellraiser: Angeli dell’Inferno. Creature che possono portare insieme la pace e il dolore. Così come la tenebra luminosa di Darkshines o di Micro Cuts, ora ti accarezza e subito dopo ti colpisce col freddo di una lama tagliente.
Nel camerino, la pelle già bianca di Matthew Bellamy appare ancora più spettrale. Seduto tra il batterista Dominic Howard e il bassista Chris Wolstenholme, relegato nell’angolo più distante della stanza, Matt fa scricchiolare, con movimenti convulsi, la poltroncina di vimini. Nervoso,
ossuto e indecifrabile, è l’unico a togliersi gli occhiali da sole e scoprire gli occhi piccoli e infossati, che per un attimo mandano strani bagliori riflessi, illuminati dai neon azzurrognoli.
Starò un po’ qui in Italia, mi piace”, dice subito Matt, curiosamente disposto a fare una confessione non richiesta. “Sto con una ragazza adesso e la raggiungerò a Milano. Devo conoscere la sua famiglia. Sono un po’ agitato” Dominic e Chris abbozzano un sorriso, maliziosi, mimando per un attimo la scena dell’incontro di due delicati e innamorati fidanzatini. Un atteggiamento che sembra agli antipodi rispetto alle immagini contenute nel dvd di Hullabaloo, che raccontano la vita del gruppo durante il lungo tour che, in pochi mesi, li ha portati a toccare Paesi tanto differenti come il Giappone e la Russia.
Sicuramente nel documentario si riesce a comprendere molto bene qual è lo spirito dei Muse, attualmente. Per me un disco dal vivo è la vera essenza del gruppo. E’ il modo di sentire la verità, la realtà che sta dentro a un musicista. In giro abbiamo vissuto moltissime cose. Una volta a San Pietroburgo dovevamo suonare in un club, ma effettivamente si trattava di una bisca, ricavata sotto terra, dove la gente si faceva di ogni droga e trattava di affari che avevano tutta l’aria di essere poco puliti. Abbiamo avuto un po’ di paura, pensavamo di finire ammazzati da qualcuno. Era uno di quei posti con lo spioncino alla porta, proprio come nei film”.
Matt sistema la cravatta di pelle e stoffa nera trafitta da alcuni spilloni che un ammiratore gli ha donato. I suoi capelli appuntiti, piantati in testa come lunghi chiodi sulla faccia dei Cernobiti di Hellraiser, si muovono in un fremito. “Quando ascolto la musica classica riesco a percepire le sensazioni della persona che ha composto quell’opera, come se ci avesse gettato dentro la sua anima. Questo sentimento di piacere che ricevo è quasi un’estasi, mi fa comprendere qualcosa dell’immortalità. Credo che le persone continuino a vivere attraverso le influenze che hanno avuto sugli altri esseri umani”.
Come se improvvisamente si fosse ricordato di qualcosa di orribile, Matt si fa cupo, dimenticandosi degli scherzi e affrettando i movimenti. “Forse c’è qualcosa di nascosto nel mio inconscio. Molti particolari del mio aspetto fisico, del modo in cui mi muovo, probabilmente arrivano dai recessi della mia mente. Ma non so dare una spiegazione, come non riesco a descrivere con le parole ciò che provo quando comincio a suonare. E’ qualcosa di estremamente puro e semplice”.

IO SENTO I MORTI CHE PARLANO

Quando Matthew entrò nella stanza, ciò che vide era destinato a rimanergli impresso nella mente per il resto dei suoi giorni.
Aveva solo nove anni. Giù, nel sottoscala, sua madre insieme al padre e al fratello erano radunati, al buio, davanti alla tavola Ouija. Bastavano poche domande e un pò di concentrazione per attirare gli spiriti dei defunti e capirne segreti e richieste. Ma lui era troppo piccolo, avvicinarsi gli era vietato. Quel giorno, però, Matt non venne allontanato. Anzi, la famiglia lo invitò a sedersi, tra candele accese per creare l’atmosfera adeguata.
Mia madre era una medium e continua a praticare anche adesso”, spiega Matt con lo sguardo fermo. E, per un attimo, anche Dominic e Chris restano muti: c’è uno strano, immobile silenzio nell’aria. “Non mi sembrava una situazione di cui aver paura: nella mia famiglia era qualcosa di assolutamente normale. I morti parlano, punto. Rispondono alle domande che fai, se le poni in un certo modo. In seguito, ho provato anch’io a usare la tavola Ouija, ma ora non lo faccio più, no. Qualcosa di molto strano è successo anni fa...” Si ferma, sembra restio a continuare.
Dalla porta ci fanno segno che il tempo è terminato, che è ora di sistemare le attrezzature e tutto il resto prima di salire sul palco. Con un cenno del capo, Matt continua lo stesso. “Sì, è accaduto qualcosa di tremendo, ma non posso dirtelo. L’ho dimenticato. Ho dovuto dimenticarlo. Ho dovuto cancellare certe cose dalla testa. Ma se le ricordo, potrebbero tornare” E non andarsene, forse. Mai piu'. Un ricordo cancellato volutamente, che però preme per tornare. E Matt, che dice di non far uso di altre droghe, ammette di prendere ogni tanto dei funghi, di quelli che “Fino a qualche tempo fa, in posti come il Giappone, non erano nemmeno vietati”, per cercare di vedere al di là. “Io vedo i morti. Sento i morti che parlano”, racconta.
Un dono forse. O una maledizione. Proprio come la sua musica. Che sembra anch’essa venire da un altro mondo.


Mai detto che sto ragazzo stesse bene di testa... in fondo la genialità e la pazzia vanno a braccetto...
Comunque, nel caso qualcuno pensasse, con ottimismo, che questo riguradasse tempi passati, vorrei rassicurarvi. Qui potete leggere qualcosa di nuovo (4 settembre 2009). Ve lo riporto per comodità:

Matt Bellamy fa scorta di fagioli: "Presto saremo senza cibo"

Sarà la fine dell'estate. Sarà che le rockstar sono tutte un po' suonate. Oppure che l'emozione per l'uscita del nuovo disco, The resistance, prevista per la prossima settimana, si fa sentire di brutto. "Ho letto da qualche parte che nel giro di sette giorni il Regno Unito rimarrà senza olio", ha detto Matt Bellamy, leader dei Muse. "Altri sette giorni e saremo anche senza cibo".

Dopodichè, evidentemente sotto l'effetto di qualche droga oppure dopo un forte trauma, sembra che Bellamy si sia fiondato in un negozio di alimentari per fare scorta di fagioli. Nemmeno le attenzioni della sua fidanzata, l'italiana Gaia Polloni, psicologa di professione, sono riuscite a tranquillizzarlo.

"È italiana – ha spiegato Bellamy riferendosi alla girlfriend – loro hanno visto di tutto, hanno vissuto la caduta dell'Impero Romano, sono poco suscettibili. Noi invece siamo su un'isola, siamo molto più vulnerabili".



Ehhh... già... :P

E per quanto riguarda il lato geniale, un assaggino, tanto per gradire ^^: