Le cinque persone che incontri in cielo, di Mitch Albom




"Nessuna vita è sprecata,l'unico tempo che sprechiamo è quello che trascorriamo a pensare di essere soli."

Una storia dolcissima che riempie il cuore, una vera favola che racconta la storia di un uomo infelice, Eddie. Un uomo comune, che ha vissuto una vita costellata di sofferenze: il cattivo rapporto con il padre, l'orrore della guerra e della prigionia, la malattia della madre che lo ha condannato ad un lavoro umile e senza ambizioni, la prematura morte dell'amata moglie, e l'indebolimento del corpo.
Un uomo abituato a tirare avanti, a sopravvivere più che a godersi la vita, e che un giorno muore in un modo violento ed imprevisto il giorno del suo compleanno.
Dopo essere morto, Eddie incontrerà cinque persone che, ripercorrendo la storia della sua vita, lo aiuteranno ad apprendere cinque importanti lezioni che daranno finalmente un senso alla sua vita. 

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La Leggenda del Santo Bevitore, di Joseph Roth




Il racconto di Roth, pubblicato postumo nel 1939 e dal sapore autobiografico, è intriso di amara speranza. Speranza, perchè le giornate di Andreas, clochard parigino rassegnato al suo destino, viene improvvisamente sconvolta dall'incontro con un misterioso signore, che gli fa dono di 200 franchi, e questo evento dà il La ad una serie di coincidenze e circostanze miracolose che fanno credere allo stesso Andreas di essere ad un punto di svolta. 
E ci troviamo ad illuderci insieme al protagonista, perchè "(...) tutto era come ai vecchi tempi, ai tempi prima della prigione". Ma sappiamo che è appunto solo un'illusione, e nel profondo ne è consapevole anche Andreas. 
Insieme alle circostanze fortunate, si moltiplicano anche le casualità che fanno sì che Andreas non riesca a portare a termine il compito che si era prefissato, ossia il saldare il suo debito, e questa amarezza di fondo ci impedisce di credere davvero che ci sarà un lieto fine.

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Una Vita da Lettore, di Nick Hornby




"Io leggo per un sacco di motivi. Generalmente tendo a frequentare lettori e ho paura che, se smettessi di leggere, loro non vorrebbero più frequentare me (sono gente interessante e sanno un sacco di cose interessanti, ne sentirei la mancanza). Sono anche uno scrittore e ho bisogno di leggere per ispirami e per istruirmi e perché voglio migliorare, e solo i libri possono insegnarmi come. A volte, certo, leggo per scoprire delle cose: a mano a mano che invecchio, sento sempre di più il peso della mia ignoranza. Voglio sapere com'è questa o quella persona, vivere in un posto o in un altro. Amo quei dettagli sui meccanismi del cuore e della mente umana che solo la narrativa ci può illustrare, i film non si avvicinano abbastanza."


Tanto amore per la parola scritta, in qualsiasi forma: ecco cosa viene fuori dalle pagine di questo libro, che in realtà è una raccolta di articoli scritti da Hornby per la rivista Belivers tra settembre 2003 e giugno 2006. Mese dopo mese, Hornby commenta i libri che negli ultimi 30 giorni ha acquistato e letto (e gli innumerevoli altri libri che ha acquistato ma che sa già che non leggerà mai, il tratto caratteristico di ogni lettore compulsivo. Come ti capisco, Nick...), con un unico criterio di selezione: si tratta di libri che gli interessano davvero, non che gli viene imposto da recensire. 
Così, possiamo apprezzare l'eterogeneità delle sue scelte letterarie (dai classici di Dickens, ai libri sugli sport, alla biografia dei Motley Crue, tutti commentati con ironia, umorismo ma anche, quando è il caso, appassionata serietà) insieme alla freschezza della sua scrittura, in questa raccolta che alla fine risulta appassionante e coinvolgente come un romanzo.
Mi ha fatto venire voglia di leggere, leggere, leggere, e soprattutto mi ha fatto venire voglia di andare in una libreria con i suoi "consigliati", e di fare man bassa. Intanto, ho iniziato subito acquistando il David Copperfield di Dickens. Ne ha parlato in modo talmente appassionato, che sono andata a prenderlo immediatamente. Se Hornby lo sapesse, sono sicura che se ne compiacerebbe.



"Tutti sappiamo che probabilmente le circostanze in cui si legge sono importanti quanto il libro stesso"

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The Cinematics live @ Covo Club Bologna

Ieri sera sono andata a vedere i The Cinematics al Covo. Non li conoscevo per niente, ma da quanto avevo letto sul giornale di ieri (gruppo indie scozzeze al secondo album, influenze Joey Division, Cure, Arctic Monkeys... anche se a mio parere c'è un bel pò di influenza Editors, in aggiunta) promettevano molto bene, e devo dire che le mie aspettative non sono state deluse.
Acustica del locale pessima ogni oltre immaginazione, ma il gruppo davvero bravo, in particolare il cantante, Scott Rinning, bello carico e con una voce davvero interessante. Davvero un gruppo che rende molto meglio dal vivo che non da studio (ho acquistato il loro primo cd "A strange education" al merch, e me lo sono ascoltata per benino stanotte).


Spero che quando torneranno in Italia li faranno esibire in un posto con un impianto un pochino più decente (o con un tecnico audio migliore, magari...)




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