Pomodori Verdi Fritti al Caffè di Whistle Stop, di Fannie Flagg




Un libro nostalgico e incantevole, una raccolta di istantanee di un passato ormai quasi inimmaginabile, in cui la rete virtuale è rimpiazzata da una rete di relazioni vere tra persone reali, che trasmette un calore e un senso di comunità che nei nostri giorni è, per chi è un pò più vecchio, solo un lontano ricordo.

Non era tutto rose e fiori, la discriminazione era una realtà che segnava la vita delle persone ogni giorno in ogni momento, soprattutto in un piccolo paese dell'Alabama come è Whistle Stop, ma i vicini si conoscevano bene e sapevano aiutare chi era in difficoltà. Questo e molto altro è quello che mi ha lasciato la lettura di questo libro, strutturato con un'alternanza tra il presente (1985) e il passato, raccontato sotto forma di episodi dall'anziana signora Threadgoode all'infelice Evelyn Couch. E' la storia della sua famiglia, e in particolare della scapestrata Idgie e della dolce Ruth. I racconti delle loro gesta, aiuteranno Evelyn a credere di nuovo in se stessa e a rifarsi una vita.

La penna di Fannie Flagg tratteggia dei personaggi che ti entrano nel cuore e che fai fatica a salutare, e questo vale sia per i caratteri principali, in particolare per la gentile e spiritosa Ninny, che per quelli di sfondo, come la signora Dot Weems e la sua dolce metà, Wilbur.

E nell'ultima pagina, la ricetta dei famosi pomodori verdi fritti del Caffè di Whistle Stop. Il meglio che c'è, garantisce Ninny Threadgoode.

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"Ognuno di noi ha bisogno di un piccolo lusso, di qualche piccola concessione di tanto in tanto."


Un romanzo carico di poesia e magia. Lo stile della Harris è ricchissimo di colori, odori, sensazioni intense e tangibili. La vicenda è raccontata alternando i punti di vista di Vianne Rocher, la straniera, la donna un pò strega con animo nomade, la madre nubile che arriva nella letargica comunità di Lansquenet, e di Francis Reynaud, il giovane curato, che la identifica immediatamente come una minaccia per il suo gregge, abituato invece ad una vita grigia e rispettosa delle regole.
Con il suo modo di fare franco e la sua solarità, Vianne entra nel cuore degli emarginati (la signora anziana sopra le righe, la donna picchiata dal marito, il vecchio che ha solo il suo cane a fargli compagnia) di Lansquenet, e li aiuta a ritrovare la felicità. E quando in paese arriveranno anche gli zingari di fiume, le cose inizieranno a cambiare velocemente, e anche Vianne sarà costretta ad affrontare le sue paure e il fantasma della madre, una volta per tutte.

Devo dire che, pur non avendo mai letto il romanzo, avevo visto il film moltissime volte, e lo consideravo uno dei miei preferiti (così colorato e allegro, e con Johnny Depp così affascinante nei panni dello zingaro Roux). Ma appena ho finito il libro, ho riguardato il film e ho potuto constatare che hanno quasi completamente stravolto la storia (anzi, direi completamente, visto che nè le origini di Vianne, nè il finale della storia sono fedeli al libro. Nemmeno il personaggio di Reynaud è corretto, dato che nel film è il sindaco del paese, e non il curato), e il film trasmette molto poco della magia del romanzo, nonostante la storia rimanga bella, e di certo ben recitata.

Quindi, se avete amato il film, leggete assolutamente il libro, perchè lo amerete dieci volte di più, a patto di considerarle due storie simili ma differenti. 

"Non credo nelle premonizioni. Non come ci credeva lei, come un modo di tracciare le linee casuali del nostro percorso. Non come una scusa per l'immobilismo, una stampella per quando le cose vanno di male in peggio, una razionalizzazione del caos dell'anima."

"C'è un alone di stregoneria in tutta la cucina: la scelta degli ingredienti, il modo in cui vengono mescolati, grattugiati, sciolti, le infusioni e come si insaporiscono, le ricette prese da vecchi libri, gli utensili tradizionali - il pestello e il mortaio -  gli stessi con cui mia madre preparava l'incenso, adibiti a uno scopo più domestico, le spezie e gli aromi che perdono la loro raffinatezza e lasciano il posto a una magia più primitiva e sensuale. È quella specie di fugacità di tutto questo ciò che mi delizia: tanta cura amorevole, tanta abilità e esperienza riposte in un piacere che dura solo un momento, e che pochi apprezzeranno davvero."

"«Non penso che esista una cosa come un buon o un cattivo cristiano», gli ho detto. «Ci sono solo persone buone o cattive».

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