Ce l'hai il paracadute?, di Richard Nelson Bolles




"E' bene dire che tu, come ogni altra persona impegnata in un'attività professionale, puoi sbocciare e fiorire svolgendo un determinato lavoro o, al contrario, appassire facendone un altro."


Premetto che l'edizione che ho acquistato di questo libro è molto vecchia (del 1992), e confesso di averla preferita ad una più recente (2008) unicamente per una questione di costo (4 euro per l'edizione vecchia, dai 15 ai 23 euro -a seconda della fonte di acquisto- per quella nuova), dato che non vedevo l'utilità di spendere così tanti soldi in più per avere poi un'edizione contenente comunque dati non più validi, visto che la crisi lavorativa che imperversa nel nostro Paese negli ultimi anni ha resto obsoleto qualsiasi dato che non sia relativo al massimo all'ultimo anno.
Ovviamente, questa edizione presenta parecchi limiti, soprattutto

La Campana di Vetro, di Sylvia Plath




"Per la persona che è sotto la campana di vetro, vuota, e che è bloccata là dentro come un bimbo morto, il mondo è in sé un brutto sogno."


Meraviglioso e terribile, angosciante e poetico. 

Sapere poi che la storia è in larga parte autobiografica e che la Plath si suicidò un mese dopo la pubblicazione del suo unico, splendido, romanzo, dona alla lettura tutta un'altra profondità, e alla fine, sarà forse perché il periodo in cui ho letto questo romanzo è forse il più azzeccato per farmelo "sentire" davvero, ho lasciato Esther controvoglia, come se abbandonassi un'amica al suo infelice destino di donna con una mente così acuta e anticonformista da non riuscire a trovare il suo posto del mondo. O meglio, da non poter accettare il posto che il mondo le ha riservato. 

Ho amato

Uomini e Topi, di John Steinbeck




 "Noi invece è diverso! E perché? Perché... perché ci sei tu che pensi a me e ci sono io che penso a te, ecco perché."



Sapevo già come andava a finire (impossibile non sapere il finale di un romanzo in cui uno dei protagonisti, Lennie, si chiama come me), eppure sono qui che piango lo stesso, perché la storia mi ha travolto.
La storia è intrisa di tristezza fin dalle prime pagine, lo sconforto, il senso di sconfitta del periodo successivo alla Grande Depressione, lo scoramento di chi non ha futuro, non ha un posto dove vivere, non ha null'altro che se stesso. Per i braccianti, che si muovono di ranch in ranch in cerca di un tetto sopra la testa, un pasto caldo e una paga a giornata, non ci sono prospettive, non c'è niente che li renda diversi da un bue o da un carro: sono intercambiabili, utili solo finchè possono lavorare, e nessuno pensa a loro. Ma per George e Lennie non è così, perchè "Per noi è diverso. Noi abbiamo

Fiesta, di Ernest Hemingway




"La fiesta era proprio cominciata. Sarebbe durata, giorno e notte, per una settimana. Sarebbero continuate le danze, sarebbe continuato il bere, non sarebbe cessato il rumore. Le cose che accaddero potevano accadere solo durante una fiesta. Alla fine tutto divenne irreale e sembrava che niente potesse avere conseguenze. Sembrava fuori luogo pensare alle conseguenze durante la fiesta. Per tutta la sua durata, avevi la sensazione, anche nei momenti di silenzio, di dover sempre urlare per farti udire. Era la stessa sensazione che provi durante un combattimento. Era una fiesta, e durò sette giorni."



Per anni sono sempre stata affascinata dall'idea di Hemingway, un concetto tutto mio difficile da spiegare. Titoli come Il vecchio e il mare e Per chi suona la campana mi hanno sempre incusso una specie di timore reverenziale (un po' come il Moby Dick di Melville, l'Ulysse di Joyce e Grandi Speranze di Dickens). Sono quei libri di cui ho sempre sentito parlare in toni ammirati, ma che poi per un qualche motivo avevo paura di affrontare, paura di non riuscire a capirli od apprezzarli, paura di ritrovarmi a pensare che dei capisaldi della letteratura sono in realtà dei mattoni indigeribili o delle montagne insormontabili, troppo dure da scalare.
Ma ultimamente ho preso la decisione di cercare di recuperare tutti quei grandi classici moderni, tutti quegli autori che per pura pigrizia (o, appunto, per un qualche ingiustificato timore) ho finora lasciato in un limbo, in attesa della giusta ispirazione che, a quanto pare, finalmente è arrivata (ringraziamo il cielo). Per dirla con Hornby, "a mano a mano che invecchio, sento sempre di più il peso della mia ignoranza".

L'Ereditiera, di Henry James




"...L'aveva raggiunta e si era accostato a lei come se avesse qualche cosa da dirle. Negli occhi aveva ancora il bagliore del tramonto che aveva fissato. Improvvisamente, a voce sommessa, le aveva rivolto una inaspettata domanda:
"Hai rinunciato a lui?""

Avendo appena finito Il Grande Gatsby, volevo buttarmi a leggere qualcosa di Henry James, dato che Fitzgerald lo amava molto.
In realtà, avevo intenzione di leggere Giro di Vite o un'altra delle sue storie di fantasmi, ma poi sabato ero alla libreria dell'usato e mi è capitato in mano questo L'Ereditiera, ancora incelofanato, con sopra un adesivo recante la scritta "Residuo di magazzino - nessuno mi ha voluto leggere" e non ho resistito, ho dovuto comprarlo e leggerlo subito.
Ora, devo ammettere che la trama non mi attraeva granché. Il titolo (ovviamente la colpa è della traduzione italiana, dato che il romanzo originale si chiama Washington Square), sommato alla immagine in copertina dell'edizione de l'Accademia narratori del mondo mi faceva temere una storia stucchevole con la solita eroina bella, ricca e innamorata, che non può essere felice a causa del padre padrone.

I libri di Rory Gilmore


In questo periodo sto riguardando (aggiungerei: per l'ennesima volta) tutte le stagioni di Una mamma per amica (Gilmore Girls). Lo stanno dando su Sky (ormai sono alla fine della sesta stagione) e, anche se ho tutti i dvd originali, non resisto dal seguire sempre con la stessa passione le avventure delle ragazze Gilmore.
La bellezza della serie è dovuta, oltre alla splendida ambientazione (in un'altra vita, spero di nascere a Stars Hollow), ai dialoghi frizzanti e alle tonnellate di riferimenti culturali che li caratterizzano.
Rory Gilmore, si sa, è una lettrice famelica, e ogni volta che metto un libro in borsa (cioè sempre quando esco, e ringrazio al Kindle per avermi semplificato le cose) penso sempre a Rory che si porta sempre un libro ovunque vada (anche se per la serata romantica dell'anniversario dei tre mesi con Dean si mette in borsa il New Yorker - che è comunque una rivista letteraria), e ogni volta che mangio da qualche parte da sola con il mio bel libro (o Kindle) in mano, ho chiara in mente l'immagine di lei in mensa con le cuffie nelle orecchie e un libro davanti al naso.

(sono stata a tanto così dal comprare questo libro, che mi è capitato in mano alla libreria dell'usato sabato... ma ne avevo già comprati altri 5 e sono un po' a corto di soldi... ma è stata dura rimetterlo giù)
Avendo letto da poco Nick Hornby (a proposito del New Yorker), e con in più lo stimolo della serie TV, ho deciso di lanciarmi nell'impresa di recuperare molti classici moderni che per pigrizia (o per altre distrazioni letterarie) non ho mai letto.

Insomma, ho deciso di seguire i consigli di lettura di Rory Gilmore. Gironzolando per la rete alla ricerca di un elenco di "libri di Rory", ho scoperto che non sono (ovviamente) l'unica pazza ad aver espresso questo tipo di desiderio, e ci sono un sacco di bloggers di tutto il mondo che si sono cimentati nell'impresa.
Oggi ho scoperto anche un gruppo su aNobii, a cui ho immediatamente aderito, che si chiama proprio I Libri di Rory. La lista dei libri reperibili in italiano si trova QUI

Questi sono quelli della lista che finora ho letto:

1) 1984 di George Orwell
2) Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll
3) Il diario di Anna Frank di Anna Frank
4) Carrie di Stephen King
5) Il giovane Holden di J. D. Salinger
6) Christine. La macchina infernale di Stephen King
7) Canto di Natale di Charles Dickens
8) Cujo di Stephen King
9) Il codice Da Vinci di Dan Brown
10) Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer
11) Fahrenheit 451 di Ray Bradbury
12) La compagnia dell’anello di J. R. R. Tolkien
13) Le cinque persone che incontri in cielo di Mitch Albom
14) Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald
15) Harry Potter e il calice di fuoco di J. K. Rowling
16) Harry Potter e la pietra filosofale di J. K. Rowling
17) Alta fedeltà di Nick Hornby
18) La piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen
19) Piccole donne di Louisa May Alcott
20) Il signore delle mosche di William Golding
21) Le allegre comari di Windsor di William Shakespeare
22) La metamorfosi di Franz Kafka
23) Taccuino di un vecchio sporcaccione di Charles Bukowski
24) Sulla strada di Jack Kerouac
25) Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde
26) Pinocchio di Carlo Collodi
27) Una vita da lettore di Nick Hornby
28) Il corvo di Edgar Allan Poe
29) Il ritorno del re di J. R. R. Tolkien
30) Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank (racconto contenuto in Stagioni diverse) di Stephen King
31) Rosemary’s Baby di Ira Levin
32) Shining di Stephen King
33) Siddhartha di Hermann Hesse
34) Biancaneve e i sette nani di F.lli Grimm
35) Il meraviglioso mago di OZ di Frank L. Baum

Non ho inserito tutti quelli di cui ho letto brani sparsi a scuola (tipo Dante, Shakespeare, etc - "Le allegri comari di Windsor" fa eccezione, perchè l'ho dovuto comprare e leggere come punizione perchè non ero stata attenta in classe durante la proiezione della commedia), o quelli che ho letto talmente tanto tempo fa da non ricordarmi quasi nemmeno di cosa parlano (tipo il Candido o Madame Bovary), lasciando quindi solo quelli che ho letto consapevolmente e per scelta, di cui conservo un qualche ricordo.

La sfida non ha una data di scadenza, è una cosa che si fa per se stessi, per cui di certo non leggerò solo libri della lista e non cercherò di leggerli il più in fretta possibile. Ma quando leggerò un libro della lista, contrassegnerò il post con il tag "I libri di Rory", e aggiornerò la lista in questo post.
 
Aggiornamenti dopo aver finito il post:
36) Fiesta di Ernest Hemingway (finito il 14/02/2013)
37) Uomini e Topi di John Steinbeck (finito il 15/02/2013)
38) La Campana di Vetro di Sylvia Plath (finito il 19/02/2013)
39) Il Buio oltre la Siepe di Harper Lee (finito il 20/02/2013)
40) Ce l'hai il paracadute? Guida pratica per chi cerca o vuole cambiare lavoro (finito il 26/02/2013)
41) David Copperfield di Charles Dickens (finito il 8/03/2013)
42) Ragazzo da Parete di Stephen Chbosky (finito il 11/03/2013)
43) La Fonte Meravigliosa di Ayn Rand (finito il 26/03/2013) 
44) I Peccati di Peyton Place di Grace Metalious (finito il 01/04/2013) 
45) 31 Canzoni di Nick Hornby (finito il 07/04/2013)
46) I Sublimi Segreti delle Ya-Ya Sisters  di Rebecca Wells (finito il 14/04/2013) 
47) La Valle delle Bambole di Jacqueline Susann (finito il 24/04/2013) 
48) Urlo & Kaddish di Allen Ginsberg (finito il 24/04/2013)
49) Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee (finito il 26/04/2013) 
50) Morte di un Commesso Viaggiatore di Arthur Miller (finito il 01/05/2013)
51) I miei Martedì col Professore di Mitch Albom (finito il 02/05/2013) 
52) Paura e Disgusto a Las Vegas di Hunter S. Thompson (finito il 05/08/2013) 
53) Il mio Mondo è qui di Dorothy Parker (finito il 05/08/2013)
54) Me Parlare Bello un Giorno di David Sedaris (finito il 15/08/2013) 
55) Fiori per Algernon di Daniel Keyes (finito il 22/08/2013)
56) Il Laureato di Charles Webb (finito il 03/09/2013)
57) A Meno Che di Carol Shields (finito il 11/09/2013) 
58) Una Banda di Idioti di John Kennedy Toole (finito il 06/11/2013)



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Il Grande Gatsby (il film del '74)



 "Non si può ripetere il passato? Ma certo che si può"

Avendo finito oggi di leggere il romanzo, mi sembrava una buona idea guardarmi anche il film (anzi, uno dei film, dato che quello del 1974 sceneggiato da Francis Ford Coppola e diretto da Jack Clayton è la terza versione cinematografica della storia di Francis Scott Fitzgerald).


Il film è bello, non c'è che dire: sfarzoso, bei costumi, belle scenografie... ma mi ha lasciato un'impressione povera, come se fosse vuoto, senz'anima... di certo è quasi completamente privo della profonda ironia di cui è pervaso il romanzo, e anche della narrazione divertente ma al contempo piena di riflessioni su un mondo decadente e finto, ed è lento e a tratti noioso, cosa che invece il libro

Il Grande Gatsby, di Francis Scott Fitzgerald



 Così remiamo, barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato

Sono arrivata a questo libro dopo aver letto Revolutionary Road di Yates, perchè Yates era fortemente influenzato dallo stile di Fitzgerald, e considerava Il Grande Gatsby un vero e proprio capolavoro di scrittura. Non era certamente la prima volta che ne sentivo parlare in toni entusiastici, ma a questo punto mi sembrava necessario rimediare alla mia enorme mancanza (mai letto nulla di Fitzgerald, ma dopo aver letto questo romanzo direi che rimedierò in fretta leggendo tutti i suoi scritti principali al più presto).

Il romanzo non lo si legge semplicemente: lo si divora.